Lilla era cresciuta in una piccola città circondata dalle colline verdi, un luogo dove tutti si conoscevano e dove ogni sguardo poteva trasformarsi in un giudizio. Fin da bambina, era stata ammirata per la sua bellezza. Aveva i capelli corvini che scendevano come una cascata di seta sulle spalle, e occhi grandi e scintillanti che sembravano catturare ogni raggio di sole. Ma non era solo questo a renderla speciale;
Lilla aveva un'intelligenza vivace e una curiosità insaziabile che la portava a esplorare ogni angolo del suo mondo.
Con gli anni, la sua fama crebbe. Era diventata la giovane più desiderabile della città, e questo non faceva che alimentare il suo desiderio di trovare un uomo che fosse all’altezza delle sue aspettative. "Non accetterò mai meno di ciò che merito," si ripeteva, guardandosi allo specchio mentre sistemava i lunghi capelli. Aveva letto ogni libro d’amore su cui riusciva a mettere le mani, aveva sognato a occhi aperti di cavalieri e cortigiani, di uomini forti e coraggiosi che avrebbero fatto qualunque cosa per lei.
I primi anni della sua giovinezza furono pieni di corteggiamenti. Giovanni, il figlio del farmacista, le portava mazzi di rose ogni giovedì. Andrea, il pittore, le aveva dedicato un ritratto che la ritraeva con un’espressione misteriosa, quasi eterea. Carlo, il giovane avvocato, era arrivato addirittura a organizzare una cena in suo onore, invitando le persone più influenti della città. Ma nessuno di loro sembrava abbastanza. Nessuno riusciva a suscitare in lei quella scintilla, quella passione che Lilla sapeva di meritare. Ogni sorriso, ogni sguardo d’amore sembrava scivolarle via come l’acqua tra le dita. “Se solo trovassi qualcuno che fosse perfetto,” si diceva spesso, camminando lungo le strade della città, guardando le altre coppie passeggiare mano nella mano. Sentiva un’inquietudine crescere dentro di lei, un desiderio ardente di qualcosa di più, qualcosa che andasse oltre la quotidianità banale che la circondava.
Gli anni passarono e i suoi rifiuti divennero sempre più frequenti. Ogni proposta veniva vagliata con cura, ogni uomo giudicato e poi, inevitabilmente, scartato. Gli amici cominciarono a sparire, stanchi dei suoi modi altezzosi. Persino le sue amiche di infanzia, quelle con cui aveva condiviso sogni e segreti, iniziarono a prendere le distanze, trovando marito e mettendo su famiglia mentre Lilla restava sola, con le sue aspirazioni irrealizzabili. Di notte, si sedeva accanto alla finestra della sua camera, guardando le luci della città spegnersi una ad una. Le piaceva immaginare cosa accadesse nelle case degli altri: i bambini addormentati, le coppie che si abbracciavano nel buio, le risate soffocate nei cuscini. Sentiva un nodo in gola, un senso di vuoto che non riusciva a spiegare. "Non è possibile," pensava, cercando di convincersi. "Non sono io il problema. È il mondo che non è ancora pronto per me."
Ma col passare del tempo, quella sicurezza iniziò a incrinarsi. Le sue serate diventavano sempre più solitarie e i silenzi più lunghi. Sentiva gli sguardi della gente su di lei, avvertiva i mormorii appena velati che si levavano quando attraversava la piazza. "È quella che non si accontenta mai," sussurravano. "Troppo esigente, troppo orgogliosa."
Eppure, Lilla continuava a cercare, a sperare. Ogni giorno era una nuova opportunità, ogni incontro una possibilità. Fino a quando non si rese conto che il tempo stava passando, e con esso, la sua giovinezza. Una sera d’autunno, mentre il sole tramontava e il cielo si tingeva di sfumature d’arancio e rosso, Lilla si trovò a passeggiare da sola lungo il fiume. Sentiva il vento fresco accarezzarle il viso, portando con sé l’odore delle foglie umide. Si fermò per un momento, guardando il riflesso delle luci della città danzare sulla superficie dell’acqua.
Fu allora che si rese conto di quanto si sentisse stanca. Non solo fisicamente, ma anche dentro. La stanchezza di una vita spesa a cercare qualcosa che sembrava sempre sfuggirle. Forse, pensò, era ora di smettere di cercare la perfezione fuori di sé e iniziare a guardare dentro. Forse, la chiave per trovare quello che cercava era imparare a essere felice con se stessa. Lilla si sedette su una panchina, guardando il sole scendere oltre l’orizzonte. Sentiva un senso di pace che non provava da molto tempo. Decise che avrebbe smesso di inseguire un ideale irraggiungibile e avrebbe cominciato a cercare ciò che la rendeva veramente felice.
E così, in quella sera d'autunno, iniziò un nuovo capitolo nella sua vita. Uno in cui avrebbe imparato ad amare senza aspettative, senza condizioni, cominciando da sé stessa